Accampamento selvaggio - Masters of the Fist Confesso che fino all'ultimo ho avuto dei dubbi se partire o no per partecipare a questa festa, in giro se ne sentivano di cotte e di crude sull 'argomento. "Troverai soltanto dieci pazzi nel freddo che ascoltano lo stereo a palla", oppure "Sei matto a voler dormire nella neve in mezzo ai lupi?", "Non c'è niente lassù che ci vai a fare?" . beh sinceramente ero un po' spaventato. Invece la curiosità ha preso il sopravvento e ne sono proprio felice, perché ho passato un week-end fantastico tra gente fantastica! E' vero eravamo pochi e tutto ciò che abbiamo fatto è stato parlare, bere e scaldarci al fuoco dei bidoni; ma è stato molto divertente ritrovare persone già conosciute e conoscerne soprattutto delle nuove. I Masters sono stati veramente dei grandi: hanno saputo darci tantissimo solamente con lo stretto necessario, e credo che questa sia cosa veramente da pochi!!! Bella la cerimonia dei colori, anche se non vorrei esser stato nei panni del "prospect" Niko, buonissimo il pranzo, preparato fra l'altro proprio da lui, eccellente il magico vin-brulé ed efficienti quei bei bidoni pieni di fuoco. Grazie quindi a tutti i Masters per l'accoglienza eccezionale, mi hanno fatto sentire a casa anche se mi conoscevano appena . grazie a Gerardo il Presidentizzimo, all'istruttore Bardassa ed ai suoi caffè speciali e a tutti gli altri ragassuoli che hanno reso possibile questa festa, lavorando sodo tutta la settimana prima e chissà quant'altro tempo ancora. Spero di rivedervi tutti prima possibile e nel frattempo: buona strada a tutti! Cutennalunga --- Come può un posto cambiare così sensibilmente la propria fisionomia? Chiedetelo ai Master – o meglio- provate a farvi spiegare come è possibile che due facce della stessa medaglia abbiano un così diverso aspetto. Non vi risponderanno, neanche se lo volessero. Forse perché la risposta sarebbe scontata. Forse perché la domanda presuppone di conoscere già la risposta. Vediamo gli ingredienti: nessuna organizzazione salvo l’essenziale. Puoi piantare la tenda, puoi parcheggiare la moto vicino a dove si sarebbe mangiato: una pastasciutta alle tremmezza del pomeriggio, per riprendere poi alla sera verso le sette/otto. Sancho e Riccardo che ti vedono arrivare e ti vengono incontro per festeggiare il tuo arrivo – e l’arrivo di chiunque, quel giorno- nel loro modo migliore: una bottiglia di grappa di Piro o similPiro, tanto è uguale, perché a stomaco vuoto l’effetto è comunque strabiliante. Il loro abbraccio, che sa di amico ritrovato e di complicità, di poche parole di molto alcol, che ti tappa la bocca e ti apre il cuore. Satanello, Andrea…Sono lì. Stavolta la festa comprende anche loro. C’è Billy. Ha con sé un cartone di Chianti e la sua risata, secca come un colpo di fucile. Persino Bardassa si apre in un sorriso. No, non pensate che sia sempre così. Bardassa non si concede in tutte le occasioni, il Bardassa del lato chiaro della luna. E ne voglio approfittare.
-Vuoi un caffè? Non riesce a celare un ghigno da birikino. Di caffè ha solo il colore e il calore. Il resto è ancora una volta grappa di Piro/similPiro. E’ il Bardassa delle grandi e rarissime occasioni. Gode come un riccio e ride. Si ricorda forse della prima volta che mi offrì la grappa e io …ma questa è un’altra storia. Dentro al gazebo di vetro, il Presidente. Seduto. Sta parlando con uno dei suoi. Ci salutiamo e ci abbracciamo. Lo so che mi aspettava, così come aspetta tutti quelli che poi arriveranno, e quelli che non arriveranno. Gli dispiace, ma sa che gli amici che non verranno è solo per problemi contingenti. Gerardo-chioccia. Aspetta tutti i suoi pulcini e si dispiace se non li vede arrivare tutti. .. Parliamo. Lui ha tempo. Questo non è il raduno, dove tutto è tensione/organizzazione/nervosismo/fretta Come va, allora? Gerardo-Presidente-dei-MasteroftheFist. L’allegoria che usa per spiegarmi un concetto mi ricorda che il suo è un Gruppo e lui ne è il capo. Nella buona e nella cattiva sorte. Gerardo-Padre. Ora va perché deve portare Andrea da qualche parte e prendere Laura per poi tornare qui. Gerardo è tutto questo e molto di più. Avremo modo ancora di parlare, perché stavolta si può, ce n’è il tempo. Mi metto comodo, togliendo il tutone di cordurone (Voglio proprio godermelo, ‘sto momento!), vedo Belva, incontro Boxer e Cotennalunga (dal mio punto di vista, lunghissima). Insieme si inizia a parlare di moto e sfondiamo diecimila porte aperte perché ci troviamo d’accordo su tante cose. Arriva anche Veldblue, a metterci del suo e il fuoco si accende. Anche quello dentro ai bidoni. Cini e Gnikka, il Bobo, Barbaraggiano, Topper, Ladygodiva: La famiglia Net ora vanta una buona presenza. C’è Jenfry. Parliamo della sua prossima moto e di modifiche, alcune realizzate altre improbabili, per rendere più piacevole il viaggio… Si può fare, Jenfy. Studiamola, la cosa! Cala la sera, paradossalmente aumenta il calore. Tutto avviene con un’estrema calma, in un’atmosfera ovattata, per la nebbia che incomincia a posarsi su tutto; per il non ritmo, senza orari scadenze appuntamenti. Arriva Piro, o il suo fantasma, tanto è pallido. Ma non ti puoi sbagliare: il sorriso è il suo, inconfondibile a 32 denti, e 39 di febbre.
Prendiamo posto al tavolo e mangiamo una splendida fagiolata con pezzi di salamino, una pastasciutta, lo stereo che butta musica un po’ dappertutto, un po’ per tutti. E lentamente, con tranquillità, senza accorgersene, tra squarci nella nebbia e visioni di stelle -solo per noi, solo le nostre!- tra Unni (grande, Veertrap :) ), il clangore della battaglia/festa, palafreni di metallo, la cerimonia della vestizione, dei colori di Niko (uno spettacolo!), sento la necessità di infilarmi nel saccoapelo là, dentro al box di vetro, dove suona lo stereo. Satanello con il Jameson, per assicurarsi che l’abbraccio con Morfeo sia veloce e potente. Satanello che con gran delicatezza abbassa il volume dello stereo; Bardassa che con la stessa delicatezza lo rialza al massimo e si ferma a guardare che l’effetto sia quello voluto. Lo punto con la pila e ci mandiamo a c..are a vicenda :). Non mi dà fastidio la musica, non mi impediscono di prender sonno le voci di chi rimane in piedi, anzi. Lentamente, come si è svolta la giornata e dolcemente, mi accompagnano. Sento che sta arrivando. Sorrido al sonno. Questa giornata, le sue persone, e anche questo posto. Lo stesso ma diverso. Raccolto intorno a poche persone, raccolto intorno ai ragazzi del Gruppo. Per ritrovare il giusto spirito e la vera dimensione del contatto, dell’amicizia. Senza altri scopi che non siano questo. Un quadro d’autore, presentato senza la cornice. Che si sa, molto spesso è superflua. Bikernick |