International HD Festival -
Hungary
5-8 Giugno 2003
Piccola
cronaca By Tony Sex
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Il mio maestro, e qui non faccio nomi, mi mostra qualche tecnica di tacchinaggio, che naturalmente non ha portato a nessun risultato. Confusi da tanto ben di Dio decidiamo di andare tutti in branda, perché l’indomani mattina ci sarebbe aspettato un sabato da leoni… Dopo due ore circa di sonno, il sole è già alto,che strano: ma siamo andati a dormire o è stato tutto un sogno?! Il corsaro è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. Una bella doccia è quello che ci vuole, freschi come delle rose facciamo i nostri bagagli e ci dirigiamo verso il lago per un buon caffè che ci risvegli.
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Lungo il viale alberato che conduce alla riva del lago si trova un chiosco che fa il caffè, ci buttiamo, peccato che non ci siano anche i croissant, sarebbe stato perfetto. Compriamo anche qualche cartolina da spedire agli amici in Italia e di nuovo partiamo per il raduno.Sulla piazza chiusa, gli stunt-man danno prova della loro bravura con le Buell, anche in tre su di una moto, noi ne approfittiamo per bere una birra gelata in uno dei tanti punti di ristoro, perché no, anche un buon gelato di frutta. Non ci crederete, ma c’erano un sacco di italiani, sembrava che un pezzetto d’Italia fosse venuto via con noi. Visto il mio fascino da latin lover, ci facciamo fotografare con due faraone locali.
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Il caldo si stava facendo però davvero insopportabile, allora Andrea propose di prendere le moto per visitare l’altro lato del lago. E noi non facemmo molta fatica ad accettare, sgommando con le ruote sull’asfalto rovente, ci dirigemmo con destinazione l’ignoto… Arriviamo sull’altro versante del lago, e notiamo che questi posti assomigliano un po’ alla nostra East Coast , ci sono molti stabilimenti balneari, e noi scegliemmo uno di questi per un pranzetto all’aperto, per osservare la vita locale. All’inizio sembrava non volessero farci entrare, perché non ci saremmo trattenuti per il restante pomeriggio ma solo per pranzare, ma Andrea in men che non si dica, riesce a farci entrare senza problemi. Seduti e ben piazzati al tavolo, mi accorgo con piacere che le signorine locali fanno un uso spietato di tanga mozzafiato, rischiando di farmi finire la forchetta in un occhio invece che in bocca…
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Finito di pranzare ringraziamo i gestori del locale per averci ospitato e riprendiamo le moto per spostarci ancora, per poi fermarci più a sud del lago, per una tappa sole-bagno-pennichella pomeridiana. Infatti capitiamo in un parco molto curato, con ombrelloni, il bar aperto, e tanta gente che si diverte. Stendiamo i nostri teli da mare all’ombra, visto che la zona è ricca d’alberi, andiamo in riva al lago, e scattiamo qualche foto di rito, notando che la profondità dell’acqua è molto limitata, anche al largo. Col passare del tempo notiamo che sull’altro versante del lago dove si sta svolgendo il raduno si formano sempre più cumuli di nubi minacciose, con qualche colpo di tuono. Leggeremo poi sui giornali che parlavano del raduno che nel pomeriggio era piovuto… La fortuna volgeva dalla nostra, infatti poco dopo, le nuvole ed il vento si spinsero anche fino a questa parte del lago, facendoci sbaraccare in fretta tutti quanti. Guidati sempre dal nostro navigatore, evitiamo il temporale, e ci dirigiamo verso l’estremità meridionale del lago, per poi fare tappa la notte in qualche paesino, per essere pronti l’indomani per il ritorno a casa. Qui ragazzi le strade di campagna sono bellissime, senza traffico, neanche un camion che cerca di buttarti fuori strada, i campi coltivati che si perdono all’orizzonte, e pinete che sembra ti avvolgano senza far passare un filo di luce… Lungo una di queste strade, vediamo che al nostro rumoroso arrivo c’è un tipo che si butta sul mezzo della strada, smanazzando per farci fermare. Niente paura, è soltanto un gentile contadino che vuole venderci una fetta d’anguria. Noi naturalmente non riusciamo a rifiutare l’invito, visto che ci voleva qualcosa per dissetarci. Il tizio sembrava il fratello di Jack dei blues brothers, ma completamente pelato, e soltanto con i calzoncini addosso.
Verso sera arriviamo ad un paesino che sembrava quasi disabitato, al distributore di benzina chiediamo dove possiamo alloggiare per la notte, ed il gestore ci spiega a parole sue, come poter raggiungere questo panzio, come lo chiamano loro. Una piccola considerazione su queste persone è che pochissime parlano inglese, quindi se un giorno vorrete fare un salto qui, è imparate parlare bene l’ungherese oppure il russo, che sembra essere la seconda lingua. Arrivati
lungo una via di case che sembravano disabitate, intravediamo l’insegna
luminosa di una pensione, naturalmente alloggiati lì troviamo una coppia
d’italiani. Parcheggiate le moto, una doccia è quello che ci vuole.
Tutti rinfrescati e profumati cerchiamo di farci suggerire dove poter
trascorrere la serata, il figlio del gestore della pensione ci darà
delle dritte sui locali del paese, che a nostra volta non riusciremo
poi a trovare…
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