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Motorad - Tomahawk Savona Giunto ala sua decima edizione, 9 motoraduni sotto l’acqua e quest’ultimo baciato dal sole, il motoraduno si è dimostrato impeccabile in tutto. Quest’anno lo staff è cresciuto, ha visto la collaborazione tra i Tomahawk e i Without Sound di Genova. Gia dal venerdì mattina i primi arrivi, per poi essere di massa fino alla tarda notte del sabato. Il venerdì mattina dopo avere finito di sistemare le ultime cose si decide di andare a fare un giro in paese con sosta al bar, ma il giro per il paese non si fa e ci si ferma al primo bar che s’incontra. Dopo un po’ si uniscono alla comitiva due ritardatari che giungono, a bordo di un trike, in mutande, gilet di pelle e stivali. Lascio a voi immaginare cosa sia mai potuto succedere nel bar al loro arrivo. Di ritorno dal bar si decide a calcio sotto un sole spaventoso e s’incomincia a rincorrere e passarsi la palla. Ma noi Tomahawk essendo nostalgici della pioggia decidiamo di far piovere noi con dei gavettoni. Le squadre erano fatte e subito a bagnarsi tutti, coinvolgendo ignari bikers che si stavano godendo il sole. Chi sul tetto e chi dietro i cespugli incomincia una vera e propia lotta a suon d’acqua per rendere la giornata più fresca. Ma a rendermela più fresca sono state sei persone che mi hanno inseguito con secchi, scodelle, pentole e buste stracolme d’acqua lavandomi per bene dalla cima ai piedi, no avendo neanche il tempo di levarmi il portafoglio, sigarette e cellulare. La sera arriva il Daffy con il suo campanaccio e tutti quanti a scongiurarlo di non suonarlo, ma di limitarsi a cantare solo la canzone della farfalla. Tra uno scherzo e l’alto, una birra, tanto buon cibo e tanta buona musica si passa la serata tutti assieme con uno spirito di allegria e di festa ( il bar in tre giorni non ha chiuso mai ). Dal sabato mattina i primi arrivi, con Randagio che alla cassa sembrava Wanna Marchi, io Tom Cruise nel film “Barman”, Eclisse che pareva il paninaro e tutti gli altri nei loro luoghi a svolgere le varie mansioni, pronti ad accogliere i bikers, tutti quanti intonando il motto dei Tomahawk: “ 5x8=? 40”. Si decide di lanciare la sfida tra le due postazioni dove ci sono le spillatici di birra a chi finisce più fusti di birra, la sfida finisce in parità. Alle 21,00 incomincia a suonare la prima band per poi lasciare il posto ai samba timbales, che ci hanno regalato una musica ritmica tribal che ha visto coinvolgere in balli scatenati tutti i presenti. Tra chi ballava, ospiti ed organizzatori, e chi emulava i ritmi si ha avuto prova di come una festa è uscita per il meglio. Dopo la performance dei samba timbales è l’ora delle premiazioni dei tanti gruppi intervenuti che salgono sul palco a ritirare il ricordo della festa. Dopo la premiazione è l’ora delle spogliarelliste, tre stupende ragazze che hanno infuocato ancor di più i bikers che le guardavano. La domenica, tutti un pò rintronati dalle ore piccole fatte la sera precedente, si parte per il giro turistico e l’aperitivo. Riesco a scroccare un casco e a trovare qualc’uno che mi porti dietro, alla fine mi porta Macina. Un giro stupendo per strade anch’esse stupende, che penso che sono difficili da dimenticare. Salire su per una montagna e avere sotto i propri occhi la costa ligure con l’isola Gallinara come sfondo è qualche cosa d’indimenticabile. Il carovanata si ferma al Albenga davanti al bar per prendere tutti assieme un aperitivo offerto dal gruppo. Ma il caldo si fa ancor di più sentire e incomincia a volare qualche cubetto di ghiaccio colpendo tutto e tutti e a pensare a chi poter fare un gavettone. Rimessi tutti in sella alle propie moto si assiste allo spettacolo che un biker ha voluto offrire: compiere un 360° un paio di volte con la propia moto custom in pieno centro con gli occhi sbalorditi degli automobilisti e passanti che assistevano alla scena. Di rientro a Garlenda si salutano i bikers in partenza per rientrare a casa e ci si ferma a parlare con chi rimane a pranzo. Ecco che vengono posizionati due pentoloni modello sagra e salsa sotto al sole cocente. Nessuno dice niente a che cosa servono, ma io incomincio a temere che o io o qualc’un altro si prenderà un gavettone spaventoso. Ma non servono a nessun gavettone i due pentoloni, ma servono a due ragazzi che diventeranno effettivi se supereranno la prova. I due pentoloni erano stracolmi d’acqua e sul fondo giaceva il bad pach con sopra una pietra. Il primo a svolgere la prova, il quale ha dei problemi in quanto le sue spalle sono più grandi del diametro del pentolone e di conseguenza no può arrivare a fondo. A terzo tentativo si rovescia il pentolone addosso e recupera la toppa con i denti. Il secondo candidato sono io. Spogliatomi di tutto ciò che avevo in tasca eccomi davanti al pentolone.Il primo tentativo ha più a vedere con un tuffo olimpionico che con una prova in cui prendere il bad pach con i denti. Il secondo tentativo va a vuoto e al terzo tentativo decido anch’io di capovolgere il pentolone. È fatta, da quel momento è stato difficile contenere le emozioni e la gioia, cominciando ad abbracciare tutti e bagnandoli.
Nulla è stato lasciato al caso e tutto è stato curato nei minimi dettagli, con uno spirito allegro e gioioso per ricambiare l’amicizia che ogni anno ci viene ricambiata da free bikere & free group che intervengono al motoraduno, anche sotto il sole. Asmodeo
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