Bikers For Children
di Bikernick

Viaggio estenuante. La stanchezza fisica che si faceva sentire, pesante, ma a tenermi sveglio e ancora reattivo, si perdio, l’immensa gioia di aver partecipato a questa splendida iniziativa, e credo che non abbia mai smesso di sorridere per tutto il viaggio, magari dentro, mentre fuori erano gli occhi a parlare. Ultimo tratto, la costa toscana. Sono ormai le undici e qualcosa, e piove, tanto per rendere l’ultimo sforza più significativo…

- Dove sei?
Uno squillo al cellulare. E’ Bardassa dei Master, con il quale ho fatto il viaggio di ritorno oltre a Bobo.
- Più o meno verso Massa.
L’ho appena lasciato. E’ a casa, pronto per andare a dormire, ma mi ha chiamato per sapere se tutto andava bene.
- Ciao Leone, ci si vede alla prossima.
Ciao, grande.

La telefonata di Bardassa e i consigli di Bobo su come affrontare un lungo viaggio (RedBull e PocketCoffee) sono bastati per farmi sentire come invulnerabile….


Ultimo pezzo di strada. Esco a Fornovo, lascio la pioggia e incontro la nebbia, vaccaboia.
Una pacca sul cruscotto, bravo. Se fossi una moto saresti una Voxan, caro furgone. Non è il massimo ma è già qualcosa.

Casa. Spengo il motore, resta acceso in testa. Scarico lo zaino e le altre cose che durante il viaggio si sono distribuite per tutta la cabina, facendola diventare una sorta di bazaar. Prima di coricarmi dopo una meritata doccia calda, bacio le mie bambine, che già dormono da un pezzo, e mentre le bacio sono le bambine e i bambini del Molise, di Santa Venerina, quelli che abbiamo incontrato, quelli che non abbiamo incontrato. Un bacio, una carezza. Ciò che abbiamo fatto mi piace vederlo come una carezza, come un piccolo sollievo tra mille momenti di tristezza, un attimo di gioia per chi ha avuto più di un motivo per piangere.

Se questo è ciò che abbiamo fatto, a me basta per rendermi felice.

VENERDI 20 DICEMBRE

Il furgone è pronto. I ragazzi della ditta sono stati particolarmente attenti a prepararlo: pressione gomme, olio, acqua……senza gasolio. Vabbè, nessuno è perfetto.

Chiudo gli ultimi scatoloni che ingombrano la stanza TV e la cantina. Siamo agli sgoccioli. Tra poco si parte per il primo tragitto fino a Pontedera dove mi unirò a Gerardo e ai suoi per il vero viaggio in colonna, verso Bojano.

Agitazione, nervosismo, tensione, si sono accumulati in questi giorni di preparazione. La paura di non poter partire per il lavoro, la famiglia, un’improvvisa influenza, il furgone che non va…

Ho salutato Marzia e la piccola Eugenia. Al Lollo in officina un veloce “ci vediamo poi ti racconto”. Passo dalla scuola a prendere Poppi che prima di partire mi lascia la letterina scritta dai bimbi della sua scuola a quelli del Molise.

Senza accorgermene sono in viaggio. Ho fretta di far chilometri. Tanta fretta che mi dimentico il Parmigiano per Gerardo, di compilare la bolla e di fare Bancomat. Vabbè, si può rimediare.

Non c’è molta gente in autostrada, non piove e non fa freddo. Magnifico. Radio sui classici 70/80 e arrivo da Gerardo in tempo per cenare insieme e prendere accordi con Fabio, pilota del Doblò. Arriva anche Bobo, che sarà mio passeggero durante il viaggio. A tavola c’è anche la suocera di Gerardo e durante la cena siamo ripetutamente oggetto di un fuoco di fila di domande miste a consigli da mamma, e rimproveri (da mamma e suocera). Ma perché vi piace tanto andare in moto? (Gerardo, Laura, Bobo ed io); ma non siete troppo vecchi? (Gerardo ed io); e perché tu non porti l’orecchino? (io); e i tatuaggi ce l’hai? (io); lo sapete che chi sta a casa sta in pena? (tutti); ma siete vestiti bene? (Gerardo e Laura); d’inverno non si dovrebbe andare in moto, d’estate capisco, ma d’inverno si sta a casa. Bobo, Gerardo ed io fatichiamo non poco a rispondere in modo soddisfacente alle domande, ma alla fine incassiamo un punto (beh, una cosa ve la devo dire: siete dei bei ragazzi!). Ah, le mamme…

Prima degli ultimi accordi, carichiamo il furgone degli scatoloni di Gerardo. Sono un bel numero. Gerardo ha fatto un bel lavoro. Salutiamo Bobo. Lo rivedremo l’indomani all’appuntamento. Gerardo ed io finalmente, stanchi della giornata, ci si corica e finiamo addormentati, dopo aver parlato un pochino, verso le 3 del mattino.

SABATO 21

Ore 06.45 Sveglia. Partenza prevista ore 08.30. Della nostra colonna fanno parte Fabio e Dario su Doblò, Riccardo e Silvia su Ahhh!, una famiglia su van (d’ora in poi “La Famiglia”) e ragazzi in moto che si uniranno a noi in autostrada.
Bardassa, come da accordi, arriva puntuale. Gerardo tira fuori la moto. Che non parte: batteria a terra. Accusiamo così il primo ritardo del viaggio. La cronistoria è sintetizzata nei punti seguenti, e testimonia dei nostri ulteriori ritardi sul previsto arrivo a Bojano (ore 16.30).

  • Ore 09.30. Partenza
  • Ore 09.31. Perdiamo la Famiglia.
  • Ore 10.30. Ma lo sai dove ci si vede? (domanda) Macchè, scherzi? (mia risposta). Allungo a Firenze saltando l’imbocco dell’autostrada.
  • Ore 11.00. All’autogrill Chianti ci si trova con 2/3 bikers, Bobo e due ragazzi in macchina.
  • Ore 12.15. Appuntamento con Sancho e Satanello all’uscita superstrada per Perugina. Loro non ci sono. Bardassa con Riccardo e Silvia su Ahhh! tirano dritto.
  • Ore 12.30. Causa “Los Trios Bardassas”, si riprende l’autostrada, completamente intasata.
  • Ore 12.45. Gerardo, sulla corsia d’emergenza, è seguito a breve distanza da una Croma con lampeggiante. La Digos lo sta inseguendo…Lo diamo ormai come “missing in Action”
  • Ore 14.45. Arriva la notizia che nel traffico e nel casino due dei nostri in moto si sono toccati. Sapremo poi che sono Lupo e il pilota bolognese della Falco 1000 praticamente nuova. Per fortuna, nessun danno alle persone, ma la Falco è fuori uso.
  • Ore 15.00 Perdiamo Gerardo.
  • Ore 18.00. Ritroviamo la Famiglia
  • Ore 19.00. Riperdiamo la Famiglia
  • Ore 19.00. Ritroviamo Gerardo.

Siamo all’uscita di S.Vittore e finalmente abbiamo lasciato il serpentone a tre teste sull’autostrada.
Sono circa dieci ore che siamo in ballo, ma ormai sentiamo vicina la meta. Venafro, Isernia, Bojano, dopo la seconda uscita a destra, la prima a sinistra dietro il consorzio agrario. Rallento, lo vedo –in ritardo- e passo oltre. Inversione sulla statale e finalmente imbocchiamo lo stradello. Riccardo, dietro di noi, ci guarda sconsolato scuotendo la testa, e non è la prima volta. Sorrido di circostanza.

Eccoci qua. Moto parcheggiate fuori, Wolf siculo a far da smistamento uomini, mezzi e pacchi.
- Andate là.
- E poi?
- Poi basta, per stasera.

Sollievo. Dentro, uno stanzone con panche e tavoli, gente che canta, musica. Un bel casino, si beve e si mangia. Intanto continuano ad arrivare furgoni e moto.

Il viaggio è stato lungo e pesante ma ciò non toglie nulla alla soddisfazione di far parte di questa Armata Brancaleone, anche se non conosco praticamente nessuno. Ci sono i Netbikers, di alcuni leggo il nome sulla patch: O’ Fotografo (già conosciuto), Draco, Alex XYZ, Nobelix, Mauri el Bos, il Cini, la Chicca: la colonna veneta. Poi Veertrap. E Sago…peccato non sia qui. Tra questi incontro la Red, ed è un vero piacere conoscerla e scambiare qualche parola con lei non sotto forma di post. Finalmente i personaggi del forum in carne ed ossa. E Zia Nana, anfitrione, organizzatrice e conduttrice instancabile, deus ex machina sulla bolgia infernale del festoso e ingestibile frastuono dei bikers.

Prende il megafono, piccola donna a dominare dallo scoglio-bar il mare in burrasca alcolica lì sotto.
Nuda, nuda!!
Niente. Non si scompone. Non si toglie nemmeno gli occhiali…
Marmorea e lapidaria in mezzo al polverone di urla e motteggi, sciorina una serie di ordini, orari e consigli e vigliacco se qualcuno ne assimila almeno uno.
- Capito?
Niente. Ma non importa. Su un tavolo, due occhi, quelli di Fabio, che si son fatti piccoli per la stanchezza, per il fumo che aleggia e forse anche per la birra. Mi annuncia il suo ritiro dalla partita e mi accorgo che anch’io sono in “Zona Cesarini”.
Prendo lo zaino, incomincio a cavar fuori il materassino gonfiabile e la pompetta. Non so se per la stanchezza o per imbranataggine acquisita dopo anni lontano dal servizio militare ma mi sembra impossibile riuscire a gonfiare con quell’arnese, meno che mai a fiato.

Cado così in stato di prostrazione e incomincio a pensare che non dormirò tanto bene…ancora non immaginavo che da lì a pochissimo avrei avuto una sorpresa... LETTO “A’ LA BARDASSE”
- Metti via che non serve (il materassino). Fò io. Ora ti fò vedere. Ce l’hai il sacco a pelo?
- Sì.
- Dammelo un po’.
- Bardassa,….
- Fidati. (preoccuparsi sempre, sentendo questa parola)

Prende il sacco a pelo e con movimenti rapidi e precisi lo scuoia, o lo apre, lo stende piatto come una sogliola e lo spande a terra. Dal suo sacco in nylon estrae poi coperte dalla dubbia provenienza e le stende sempre per terra, sovrapponendole una all’altra leggermente.
- Ecco qua. Eh?! Mica male, no?
Infine, toglie un’enorme trapunta di raso, ancor più di dubbia provenienza e la stende sopra le coperte. Guardo Bardassa. E’ indubbiamente soddisfatto di quanto ha creato: un letto/cuccia da campo, un “dormoir a trois”, lui, lui, me.
Riguardo Bardassa e il letto poi ancora Bardassa, e non so chi fra questi due è quello meglio riuscito. Arriva gente, guarda il letto e esprime assoluti consensi. E’ il crollo definitivo. Non reagisco più. Bobo vede il letto, ci chiede se dormiremo lì, poi sparisce terrorizzato.
Mi infilo sotto e…, però!, dopotutto…

Sogno di Patch Adams che cantano e suonano, di luci che si spengono, di Bardassa che dorme accanto e Satanello, troppo lungo per la cuccia “A’La Bardasse”.

DOMENICA 22

  • Ore 07.10, 22 Dicembre. Un Ex Pirat dà la sveglia col megafono e –incredibile- dovrò essere riconoscente a Bardassa perché ho dormito!
  • Ore 07.45. Bardassa e Satanello, presenze inquietanti, scoprono e osservano Bobo nella cabina del furgone, a loro volta osservati da un Bobo spaventato dalla loro vista, ancora semi addormentato.
    La mattinata è oltremodo umida ma la giornata si preannuncia bellissima, in tutti i sensi. I moto muniti cominciano a scaldare i motori, la macchina organizzatrice, splendidamente condotta dal “Colonnello” Cappussi fa altrettanto. Nell’attesa di muovere si fa colazione, ci si lava (poco), si parla.
  • Ore 08.30. Una presenza si unisce alla conversazione presenti Bobo, Fabio, Dario, Bardassa.
  • Ore 09.30. Bardassa realizza che la “presenza” è uno della Famiglia. E’ curioso che in macchina avessero dei bambini e che nessuno li abbia mai visti fuori di lì..

Ci incolonniamo. Fermi, in attesa sul nostro mezzo, siamo presi da una non poi tanto strana forma di euforia e si inizia a cantare e ballare. Fabio ci filma e ci prega di abbassare il finestrino “per sentire le cazzate che ‘sti tre rimbambiti stanno a cantare”, ha pensato. Non l’ha detto ma l’ha pensato.

Dopo un breve tragitto in mezzo alla campagna molisana, che tanto assomiglia all’appennino parmense per la presenza di boschi di castagni (questa, Bobo e Bardassa me la faranno pagare per tutto il viaggio di ritorno), arriviamo al campo tende di Castellino e di lì scendiamo verso il paese, dove ci sarà la prima consegna. Devo ammettere che sono emozionato. Dopo un breve scambio di opinioni con i carabinieri in congedo della protezione civile, si decide per lo scarico a mezzo “catena umana”. In breve, i nostri furgoni consegnano il carico alla scuola, in particolare i giochi che saranno distribuiti da Biker-Natali.

Per noi, che non abbiamo partecipato alla seconda consegna questo è il momento più bello, è il momento culminante della nostra fatica, che ci ripaga ampiamente di tutti gli sforzi fatti per la buona riuscita del B4C. Vorrei che tutti –dico tutti - quelli che ci hanno aiutato, fossero qui per vedere i visi dei bambini che dopo un’iniziale (e giustificata) diffidenza, si buttano senza remore nella stanza dove Dino (O’F.) e altri fanno loro festa e distribuendo loro i giochi, osservati dai genitori che ancora –loro sì- ci guardano strano.

Credo di essermi commosso, infatti alcune foto sono venute mosse. Ordinatamente, nel casino che ci contraddistingue, giriamo moto e furgoni verso la zona tende, dove ci daranno qualcosa da mangiare. Purtroppo si fa tardi e c’è una fila enorme, così decidiamo di ripartire, nostro malgrado. I Patch Adams intonano una splendida canzone non priva di profondi significati, che si presta pure a diverse interpretazioni.….DIAMO LA CACCIA AL BRUCO, DIAMO LA CACCIA AL BRUCO……… Bravi, al di là di tutto, questi Patch Adams. E si sono dimostrati anche “cazzuti” (mi si passi il termine). Credo che la loro presenza sia stata apprezzata da tutti.

Salutiamo, non senza un appuntamento al più presto, non senza malinconia. Il resto del viaggio al ritorno è stato piuttosto tranquillo.

Durante questo mio personale ricordo ho dimenticato sicuramente fatti e persone ma non l’ho fatto apposta. Tuttavia voglio ricordare le ultime tappe della nostra cronistoria, come risulta dal Diario di Bordo tenuto da Bobo, Bardassa e me.

  • Ore 14.34. Dopo aver preso contromano uno stop e aver fatto inversione a “U” in superstrada, incontriamo la Famiglia – ferma allo svincolo – che nessuno aveva più visto dalla apparizione mistico-inquietante della mattina. I bambini erano rigorosamente a bordo.
  • Ore 14.58. Tiro dritto all’incrocio a Bojano per IS (Ischia), andando per CB (Cuba). La conseguenza è un’ulteriore inversione a “U” in piena superstrada con doppia striscia continua subito dopo una curva.

Dopo di che, il viaggio è continuato fino a destinazione. Bardassa e Bobo si erano accordati riguardo al controllo periodico del mio stato di veglia alla guida: ogni tanto, sporgendosi in avanti e senza proferire parola, mi guardavano fissi.Se reagivo, significava che potevano stare sicuri (…).

Durante il tragitto veniamo superati da diversi motociclisti che salutano; rispondiamo a colpi di clacson e abbaglianti…

Bikernick