03 Maggio 2002 - Buon compleanno Furla

di Furla

03/05/2002... questa sarebbe la sera del mio compleanno, tra qualche ora gli amici mi aspettano per festeggiare insieme, io non ne ho voglia. Non so per quale motivo ma non mi è mai piaciuto granchè festeggiare il mio compleanno, e stasera in particolare, è passato un po' da quando Ila non è più con me ed ancora mi maledico per non aver fatto abbastanza quando averi potuto, non so sarà qualcosa che mi porterò dietro per tanto forse per sempre, ma è qualcosa che mi ha cambiato, spero in meglio.

Finisco di cenare e mi preparo lentamente per andare alla mia festa di compleanno, mi preparo in modo talmente lento da farmi capire che quello che sto facendo è una violenza a me stesso, mi preparo ad indossare il mio sorriso di circostanza, quello che dice "Va tutto bene e mi sto divertendo un sacco" ma che con chi ti conosce e che cambia in "Mi sto rompendo i coglioni ma non lo voglio ammettere".

Prendo le chiavi, esco, guardo il cielo mentre scrivo agli amici che mi aspettano "stasera non ci sono, vado a dormire" e spengo il telefono.

Rientro in casa e cambio abbigliamento mentre la moto inizia a scaldarsi. Parto da casa senza meta, pensando a tutto e a niente allo stesso tempo. Mi viene in mente il mio castello preferito e mi domando come sia visto di notte. Un veloce pieno e poi giro la moto verso le colline, non mi va di fare statale.

E così parte la via alternativa, passo Voghera, Tortona e poi verso la val Curone, arrivo a Varzi e salgo verso il passo del Penice dove il mio abbigliamento da giretto notturno inizia a instillarmi il dubbio che forse non è stata la mia idea migliore, ma oramai sono qui in vetta tanto vale proseguire.

Scendo per Bobbio piano piano notando il fatto che la luce della moto illumina a malapena la strada, il dubbio inizia a diventare certezza. Sì sì sto facendo una cazzata. Da Bobbio scendo verso Piacenza, sosta obbligata al distributore e occhiata alla cartina con la mia unica luce a disposizione, il faro della mia moto che sembra guardarmi dicendo "Sei completamente fuori di testa!" Riparto in direzione Bettola e poi da lì Guselli e Morfasso.

A Morfasso penso di essermi definitivamente perso, guardo l'orologio e scopro che tra una curva e l'altra son già le dieci passate, indietro non si torna quindi avanti verso Bore e poi finalmente trovo la via per Bardi. Arrivo a Bardi verso le dieci mezza, alle spalle del castello vedendolo davanti a me illuminato da fari bianchi che risaltano la sua imponenza, mi viene l'idea di arrivarci sotto per poterlo ammirare meglio e così procedo verso il centro, credo che l'idea di un custom con scarichi aperti in pieno centro medievale non sia piaciuta molto agli abitanti ma io mi sono divertito come un bambino con un giocattolo sognato da tanto.

Mi fermo, ammiro le lucine sulle colline in compagnia di una sigaretta appoggiato pigramente sulla moto e lì mi perdo in mille pensieri. I brividi di freddo mi riportano alla realtà. Meglio rimettersi in viaggio.

Da lì decido di prendere l'autostrada e tornare a casa, quindi direzione Fornovo, prima però tappa panico verso un distributore, sono in riserva sparata e se non mi decido a dar da bere alla mia bimba tra un po' toccherà spingere.

Dopo un po' di giri a vuoto e "cazzo ma qui non fa mai benzina nessuno???" trovo un distributore. Si riparte. Arrivo a Fornivo e entro in autostrada verso casa. Nei pressi di Piacenza mi ricordo l'alba che guardavo con mio padre quando eravamo in vacanza dagli zii a Venezia, mi manca, è da tanto che non la vedo.

"Non cominciare a pensare altre cazzate che già ne hai fatte abbastanza" inzio a dirmi ma chissà perché ad un tratto non ho più sonno, e quando arrivo a Piacenza sbaglio svincolo e mi dirigo verso Brescia. Mi ricorderò sempre la faccia del benzinaio all'autogrill quando mi ha visto arrivare tutto tremolante per il freddo.

"Cosa fai a quest'ora in giro?" mi chiede "Faccio un giro" gli rispondo sorridendo.

Riprendo il viaggio in compagnia della mia bimba, in tutto il tragitto incontro solo camion e un paio di macchine. I cartelli scorrono Brescia, Verona, Vicenza (porca troia che freddo in galleria), Padova e poi Mestre e lì d'improvviso mi ricordo che non so che arrivare verso la laguna ed allora improvviso. "Vado a Maniago a vedere l'alba!"

Così prendo la tangenziale e proseguo. Non ho visto l'alba sulla laguna e nemmeno dove avevo deciso di vederla, l'ho scoperta piano piano in moto continuando imperterrito il mio viaggio, ma è stato comunque un'esperienza stupenda ed il modo migliore di festeggiare il mio compleanno! Non avrei mai immaginato di fare così tanta strada, ma sono contento e sorrido mentre chiamo casa dicendo che tornerò nel pomeriggio ed avvisando in ufficio che mi prendevo un giorno di ferie.

In totale riassumendo un bel 700km in solitaria completa, un capitale speso in benzina e pedaggi ma il più bel regalo che mi potessi concedere!!