Non torno piu' ad Andorra!

di Il Comandante

Ricordo ancora con fantozziano terrore un drammatico giro in moto svolto nell'Aprile di cinque lontanissimi anni fa.

Inforcata la mia vecchia Suzuki 750 EF, comprata di terza mano per due milioni, parto da Genova alla volta di Perpignan. Arrivato a destinazione con tempo ok, non faccio in tempo a posare i bagagli in albergo che subito mi è ciulato il cronometro attaccato con il velcro sul cannotto della moto (lo stesso era uscito indenne da svariate città considerate a rischio in suolo patrio).

Il giorno dopo prendo la strada per Andorra, mia meta finale. Comincia a piovere di brutto anzi, a nevicare.......porca troia!

Torno indietro dalla strada dei passi e, sulla cartina vedo che vi è una strada con un tunnel per arrivare ad Andorra. Provo anche da quella parte ma....nevica anche là. Da solo non me la sento di continuare anzi, un semaforo rosso mi indica che il tratto di strada che mi separa da Andorra è chiuso al traffico.

Vedo una piccola stazione ferroviaria con un solo binario. Sono pronto a tutto, anche a lasciare il mio ferro e proseguire in treno ma non trovo anima viva, né ferrovieri e né bigliettai. In compenso mi si rompe l'elastico delle braghe della tuta antipioggia!

Riprendo la moto...arrivo sino a Carcassone e, poi, lunga cavalcata autostradale sino ad Avignone dove, finalmente, smette di piovere.
Trovo da dormire in un buco vicino ad un campeggio dove evito accuratamente di soggiornare visti gli orari monastici di chiusura.
In mezzo alla santità dei luoghi della città dei papi, in un connubio di giovani scolaresche in gita e intellettualoidi della più triste specie, mi sorprendo ancora per le mie capacità al limite dell'extrasensoriale che mi portano in una strada buia, stretta e sporca dove si ergeva l'unico localaccio a luce rossa della zona.

Proprio ad Avignone scopro anche la Desperado, birra che preferisco tra quelle in bottiglia.

Il giorno dopo tempo decisamente ok! Mi sparo un bel po' di strada per la Provenza e dirigo per le gole del Verdon.Giungo a Castellane in piena pace dei sensi dove trascorro la notte.

La mattina dopo, al mio risveglio, sento uno strano rumore dalla finestra......piove ancora, penso tra me.
Mi affaccio e...nevica......porca puttana! A quel punto faccio colazione alla svelta e parto con la paura di rimanere bloccato (da là a tre giorni sarei dovuto andare in Tunisia).

Parto, penso che la Costa Azzurra non è poi così lontana. Quando pigio la frizione il motore tende a spengersi e sono in piena bufera di neve.

Ad un certo punto scivolo, mi rialzo con la moto ancora accesa aiutato da un automobilista, faccio per ripartire ma il carter piscia olio da tutte le parti.

Fermo sul ciglio della strada sotto la neve faccio avvertire il soccorso stradale da uno spazzaneve e, dopo due ore, arriva il carro soccorso.

Caricata la moto ed accertatosi l'omino che possedevo l'Europe Assistance (se non l'avessi avuta sarei forse ancora là in stato di ibernazione) giungiamo a Grasse. Faccio notare che da dove ero caduto a cinque chilometri dopo, non nevicava più. Devo lasciare la moto a Grasse, prendo l'autobus ed arrivo a Nizza.

Da là comincio ad organizzare i soccorsi telefonicamente.

Prendo quindi il treno per Mentone e poi per Genova.

Insieme con Gianfranco, con un furgone a noleggio, riparto all'indomani per Grasse dove riprendo la moto e lascio una lauta mancia.
Ad Imperia ringrazio con un pranzo Gianfranco.

C'è uno che suona al pianoforte e tre donne che insieme avrebbero superato i duecento anni di età che, guardandoci con occhio concupiscente, ci invitano a ballare......NO QUESTO E' TROPPO!!

Scappiamo da quella situazione felliniana.

Dopo poco cambierò la moto!

Il Comandante